venerdì 6 gennaio 2012

mostri 1 - uomo e scimpanzé

     Nel 1991 fu pubblicato a Londra il saggio "The Rise and Fall of the Third Chimpanzee" (in Italia: Il terzo scimpanzé: ascesa e caduta del primate Homo Sapiens - Bollati Boringhieri Ed. - 2006), del biologo americano Jared Diamond, in cui si spiega come e perché la scimmia ominide sia passato con rapida evoluzione, da semplice mammifero di grossa taglia a forza di dominazione dell'intero pianeta Terra.
     Ma l'analisi più originale è dedicata alla descrizione del virus che da sempre accompagna il grande progresso indubbiamente realizzato dall'uomo: il seme dell'autodistruzione, storicamente manifestatosi attraverso il genocidio, la guerra alla natura e la soggezione alla droga. Wikipedia fa giustamente notare che in ciò si riecheggia un noto tema di Simone Weil in Riflessioni sulle cause della libertà e dell'oppressione sociale: "Ogni vittoria reca il germe di una futura disfatta".
     La cosa più curiosa, almeno per me, è che nonostante ciò Diamond, da buon antivivisezionista, partendo dall'osservazione che Homo Sapiens condivide con i due scimpanzé Pan troglodytes (sc. comune) e Pan Paniscus (sc. nano o bonobo) il 96% del proprio DNA, propone di modificare il nome di questi in Homo Troglodytes e Homo Paniscus.
     Non pare a voi che logica vorrebbe che si lasciasse ai nostri cugini scimpanzé il loro dignitoso nome attuale modificando invece quello dell'Homo Sapiens in Pan Demens?


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