venerdì 28 febbraio 2014

metodo bonino

BORDIN LINE

Il Foglio - 27 dicembre 2013

di Massimo Bordin

Dunque, Shalabayeva è libera di espatriare e ringrazia il ministro Bonino. Altri hanno creato il problema, il ministro degli Esteri lo ha risolto. Resta la questione del marito, ma il personaggio è controverso, diciamolo. I laziali sono tornati alle loro famiglie, così come l'eroe di Greenpeace. Ma l'onore dell'Italia soffre, insiste su Twitter l'ex ministro Terzi per la indegna detenzione dei due Marò in una dépendance dell'ambasciata italiana. Eppure il diplomatico dal cognome con genitivo santificante fa notare che da ministro aveva trovato la soluzione. Implorare un permesso ferie per i detenuti, impegnarsi come governo per il loro ritorno in India e poi, appena scaduto il tempo, prodursi in un diplomatico gesto dell'ombrello verso lo stato indiano. L'ambasciatore ex ministro ancora non si capacita di come un piano così raffinato non sia stato condiviso e, quel che è più grave, pensa davvero che avrebbe salvato l'onore e la dignità del nostro paese. Ciò premesso è naturalmente logico che non tutti siano d'accordo con la politica estera del governo e di Bonino. L'apertura all'Iran, o meglio la politica del dialogo prudente, può provocare un dibattito anche acceso e documentato fra posizioni diverse. Ma appunto si tratta di un dibattito importante, per persone serie.


IL METODO BONINO

La Repubblica - 27 dicembre 2013

di Adriano Sofri

La conversazione da fine anno con Emma Bonino avviene alla vigilia del ritorno di Alma Shalabayeva e della piccola Alua. Si chiude una traversia che non avrebbe mai dovuto aprirsi. 

Una traversia lunga sette mesi di polemiche chiassose e silenziose trattative certosine. La Farnesina era stata scavalcata al momento della deportazione da parte di un Ministero degli Interni compiacente. L'ambasciatore in Kazakhstan, Alberto Pieri, e i suoi collaboratori, hanno fatto la spola fra la capitale e Almaty, sollecitando una pratica giudiziaria complicata di intenzioni improprie. Conclusa provvisoriamente la quale, il governo kazako ha autorizzato l'espatrio. Si dice che le autorità avessero richiesto una cauzione di un milione di dollari, che sarebbe parsa un'estorsione, poi ridotta alla metà, e che alla fine abbiano preso in garanzia la casa di famiglia ad Almaty.

 L'intera questione si è appesantita strada facendo di implicazioni improprie e indelicate: lo scambio supposto fra la signora trattenuta in Kazakhstan e la richiesta di estradare il marito, Mukhtar Ablyazov, tuttora detenuto in Francia; le illazioni sui rapporti coniugali o sulle linee seguite dalla difesa di Ablyazov, forse persuasa che lo scandalo per il trattamento da ostaggi di madre e figlia giovasse al rifiuto dell'estradizione. Groviglio inutile da sbrogliare, dal momento che il proposito strenuo dell'Italia, dopo la vergognosa deportazione, era di riportare le cose al punto da cui erano deragliate: la libertà di madre e figlia di muoversi in Europa, e scegliere dove abitare. È quello che è finalmente successo quando l'ambasciata italiana ad Astana ha consegnato i nuovi passaporti con il visto Schengen. A questo punto, dove e quando andare è solo affar loro. All'Italia la consolazione di aver rattoppato uno strappo umano e civile di cui portava intera e dichiarata la colpa. Intanto, un accordo col Kazakhstan sullo scambio penale fa sperare per un altro caso drammatico, la detenzione del funzionario dell'Agip Flavio Sidagni, 58 anni, condannato dal 2010 a sei anni di carcere duro per il possesso di 120 grammi di hashish. 

Drammi umani che si tramutano in controversie politiche, e vengono spesso cavalcate a uso interno. Il più grave è quello dei marò Latorre e Girone in India, ereditato da una gestione disastrosa, e sottoposto a un'altalena di notizie strumentali, fatte per mettere a repentaglio la resistenza loro e dei loro cari. Un diplomatico sperimentato come Staffan de Mistura vi si dedica pressoché esclusivamente, coi suoi collaboratori. E le adozioni congolesi, che sembrano avviate a soluzione. Il giovane D'Alessandro di Greenpeace, liberato a Mosca. E i tifosi laziali a Varsavia. Ogni volta, qualcuno chiede che il ministro parta e vada a farsi consegnare personalmente i nostri connazionali:    «Se servisse davvero, non ci sarebbe problema: non c'è niente che mi piaccia più che partire per qualunque posto della terra e andare a soccorrere chi è nei guai. Il fatto è che se facessi così i guai rischierebbero di aggravarsi. Stamattina mi chiamano e mi dicono: Sono morti due italiani in Nepal, e lei che cosa fa? Che cosa faccio: sono qui, coi miei collaboratori, come ogni giorno che Dio manda, feste comprese».

E qui, a Santo Stefano, come farebbe il punto di fine anno sulla politica estera italiana? «Da dove cominciamo? In Turchia ogni ora porta cambiamenti, e può darsi che il calendario che va dalle elezioni amministrative alle politiche si inverta. Tutto è in un movimento convulso. Da mesi ormai allo scontro fra sciiti e sunniti si è sovrapposto quello interno ai sunniti: Qatar e Turchia versus Arabia Saudita, Kuwait e Emirati. C'è una lotta di successione nella dinastia saudita. La religione è causa e pretesto di uno scontro violento. E poi ci sono gli interessi geopolitici delle grandi potenze. L'Ue, si sa, non ha una politica estera, salve rarissime evenienze. Francia e Regno Unito si accontentano del Consiglio di Sicurezza, e lasciano a Bruxelles la mera ratifica. Gli interventi francesi in Africa, benemeriti per definizione, sono propaggini della storia. Ho sentito dire a Bruxelles: "Ci crederò la prima volta che interverranno in un paese anglofono". E` comprensibile: noi conosciamo meglio di altri la Libia, anche peri nostri errori. Se dovessi riassumere, direi che l'Italia, nei suoi limiti, si muove lungo tre linee, ovvie a dirsi: rianimare il multilateralismo dell'ONU e del Consiglio -sono quel che sono, ma non c'è altro; rafforzare l'integrazione europea; e poiché la crescita passa attraverso i rapporti internazionali, assecondarla con l'azione di governo. Ci sono regioni cui storia e geografia ci danno una responsabilità peculiare, come i Balcani: vanno avanti Serbia e Albania, stanno in limbo Bosnia e Macedonia... Mi rallegro di una sintonia con il presidente del consiglio, tutt'altro che scontata. Mi chiedi se l'europeismo di Letta non sia una fuga in avanti, pronunciare parole giuste sapendo che vanno al di là di un futuro praticabile. Non direi. Le resistenze nazionali si sono indurite, e il rischio delle elezioni europee è che ne esca una paradossale maggioranza euroscettica. Eppure... Chi credeva alla moneta unica nel '92? Cinquecento milioni di persone come potrebbero vivere assieme se non in una mentalità e una struttura federale? Indicare tenacemente una direzione non è questione da poco, tanto più quando grandi partner non andrebbero oltre la relazione fra governi.

 Si obietta: “gli F35 oggi, la Difesa comune domani”. Ma proprio la Difesa comune è un tema popolare e non populista: alla gente è chiara l'insensatezza di 28 eserciti e 190 miliardi di spesa, benché le riduzioni imposte dalla crisi siano universali: e nemmeno le riduzioni mettiamo in comune, tutti tagliano le stesse cose! Certo, la politica europea non è più una competenza primaria degli esteri, quando crisi e moneta comune la fanno confiscare dall'Ecofin. Per questo cerco di mettere a dieta le rappresentanze diplomatiche europee a vantaggio della presenza altrove, da Ashgabat alla Cina. Il nostro bilancio degli esteri è dello 0,2 % contro l'1,5 / 2 dei nostri partner maggiori». «Che l'Unione avanzi o retroceda è essenziale anche per quello che succede fuori. In Siria, due anni e mezzo fa, siamo stati presi alla sprovvista, o abbiamo fatto finta. La comunità internazionale ha reagito con l'inerzia, e, a cose compromesse, col senno di poi. Lo scontro aveva mutato natura, e il criminale Assad ne è finito rafforzato perché l'opposizione ha raccolto banditi di ogni risma e provenienza, aggiungendo una guerra fra famiglie sunnite: a questo punto perfino chiamarla guerra civile mi sembra improprio. Che cosa si sarebbe ripromessa una punizione militare di Assad il 21 agosto? Chi avrebbe messo un piede, e non solo bombe dall'alto, in una Siria arrivata a quel punto? Il Papa ne parla oggi come di uno scampato pericolo, al quale si adoperò con la potenza della preghiera. Ma la difesa degli inermi non è venuta. Se il rafforzamento internazionale di Assad dipende dai suoi cinici protettori, quello interno dipende dalla catastrofe dell'opposizione e dalle scorrerie terroristiche. Il 22 gennaio, a Ginevra2 saremo una trentina di paesi (Ginevra 1 avvenne senza noi e i tedeschi). Brahimi dovrà farci arrivare un'opposizione siriana appena rappresentativa, ma per ora i vari gruppi attraversano una ostilità e diffidenza parossistiche».

 «Mi è sembrato che l'elezione di Rouhani in Iran permettessero, e anzi costringessero, a provare un'altra strada. Provare, dico, perché le riserve di chi le avanza, il governo di Israele o il Congresso americano o altri, non sono affatto un'esclusiva: chi non avrebbe riserve? Tagliare corto è facile, lo si fece con Khatami, e vennero gli 8 incredibili anni di Ahmadinejad. C'è un Iran che ha voglia di nuovo e di democrazia, e c'è un Iran che, con un 35-40 % di inflazione, ha bisogno di tornare anche economicamente al gioco internazionale. Che cosa resta se non metterlo e mettersi alla prova? Mi chiedi qual è la sensazione più forte che riporto da Teheran: quella dell'incombenza di un'ala estremista che ha dovuto rassegnarsi alla svolta elettorale, ma lascia pochissimo spazio e tempo al tentativo di apertura. Suoi esponenti di rilievo sono passati trasformisticamente nel nuovo governo. Non faccio previsioni, tanto meno sulla successione alla Guida Suprema, Khamenei. Ma non è alle previsioni che dobbiamo affidarci, bensì alle possibilità, per assecondare le migliori. Mi meraviglio di sentirmi addebitare un'idilliaca disposizione irenica, così lontana da me. E di ogni mossa che il governo italiano e io facciamo, sono informati in piena lealtà i nostri alleati, prima e dopo, come dovrebbe sempre avvenire. Noi teniamo in gran conto le loro preoccupazioni, loro tengano nel giusto conto i nostri sforzi: la partita è comune». 

«In Egitto, sembra di nuovo che non ci sia alternativa fra fanatismo teocratico e regime militare. Messi fuorilegge tutti i Fratelli musulmani, ci si fermerà o si procederà oltre? Il regime dipende per intero dagli Emirati e dall'Arabia Saudita, che a casa sua i Fratelli musulmani li sterminò. E' una morsa: se fai le riforme perdi le elezioni, se non le fai sopravvivi solo grazie ai foraggiamenti esterni. Tutto è in movimento. Bisognerebbe guardare all'insieme, al globo, piuttosto che alle singole mappe. Il gas nel Mediterraneo, per esempio, fra Cipro, Israele, Turchia, Grecia, può ridimensionare impensabilmente i paesi produttori. Mi chiedi della Russia di Lavrov: un provato professionista. Persegue la realpolitik di potenza globale che Putin vuole riavere, prima ancora che per interesse, per lavare l'onta della disgregazione imperiale. Medvedev mirava a modernizzare l'economia, senza successo; la Russia produce poco ed esporta materie prime. Finché il petrolio costa caro, le va bene così. Preoccupazioni interne, ne ha poche. I diritti umani, in tempo di globalizzazione, più che nella direzione occidente- oriente, sembrano viaggiare in direzione opposta, sospinti dal vento dell'est delle autocrazie e della finanza inesorabile. Qualcuno disse: "Peccato che il petrolio non si trovi in Svezia". Poi si è trovato in Norvegia. A volte però penso che se in Svezia e perfino in Svizzera e a Treviso si fosse trovato il petrolio invece che nelle autocrazie in cui si trova, lo scandalo del mondo diseguale avrebbe raggiunto e oltrepassato il settimo cielo». 

renzi e il suo gineceo

Diritto d’untore

Nel gineceo di Matteo
Di Guido Ceronetti - La Repubblica, 28/02/2014

Vorrei suggerire al giovane neopresidente del Consiglio una lettura non superficiale (possibilmente) dei miei, ignorati ma veridici, Poemi del Gineceo editi da Adelphi. La novità del suo è di essere un ministero molto prossimo a un gineceo-matroneo, escogitato come progresso di Uguaglianza al di sopra del sesso, e in realtà ribadente una cesura esemplare in un contesto politico che s’illude di poterla superare con la povera materialità della parità numerale.
   Il Gran Vizir può prevedere comportamenti e reazioni dei suoi ministri-uomini, ma contro l’imprevedibilità di tanti ministri-donne, giovani e sicuramente intelligenti, il Vizir arrischia l’esito della sua scommessa.
   Finirà per dover confessare la sua impotenza e attenersi a una docilità simulata, a una sottomissione sussultoria d’incerta durata. Durerà fino alla fine del mondo l’inegualità dei sessi, le leggi della natura non le abbiamo fatte noi, legislatori dell’Inutile, brancicanti nel buio.
Non sappiamo neppure come chiamarli, i ministri-donne. La grammatica vorrebbe il rispetto del genere, ma ministra è brutto come uno sfregio. Qualche deputato osa spingere il suo malparlare fino all’appellativo: signora Ministro, inviso perfino ai polli. Per parte mia rinuncio a proporre una soluzione qualsiasi per una questione così mozzafiato.

   Dispiace a molti, e a me pure, la rimozione - misteriosamente punitiva e madornalmente errata, di Emma Bonino. Ma in un governo da Gioventù Littoria, sebbene donna, la Emma figlia e cittadina del mondo non faceva, per la sua età, Gineceo. E’ del marzo 1948, sessantasei armi, e si considera da sé anziana.
   Un mese prima, se non sbaglio, a New Delhi, venne assassinato Gandhi, il Mahatma. Come indefessa gandhiana radicale, si direbbe che in lei un frammento della Grande Anima abbia (nulla è per caso) trasmigrato. Un merito suo grandissimo è stata la strenua battaglia contro lo spaventoso flagello, la schifosa pestilenza, delle mutilazioni genitali femminili. Un altro merito, aver preso per più anni residenza al Cairo per imparare l’arabo e meglio comprendere il mondo islamico standone vicino e parlando con la gente.
   Ma forse qui le è mancata una conoscenza di fondo del fenomeno religioso coranico, chiave di tutto nell’universo musulmano. Diceva un grande arabista che per conoscere a fondo la lingua bisognerebbe studiarla per una quindicina d’anni. Ma di quel mondo dall’enorme potenzialità di guerra religiosa, obiettivo un califfato a misura planetaria, in un governo così scialbo come il Letta, condizionato all’estremo, la sua bravura di piemontese secca non poteva emanare che un lume flebile. Avrebbe mai potuto, a bacchetta, far cessare le orribili stragi siriane?
   Dopotutto, una così non è fatta per vegetare in un governo romano. Renzi, inconsapevolmente, ha liberato la illustre Emma internazionale, da un disagio di Capinera in una clausura.

   Lo ripeto a dei sordi da premio Nobel, ma non riesco a togliermi il vizio: se si vuol parlare di problemi reali, l’Ambiente, la contaminazione avanzata dell’aria e del cibo, va posto al centro di tutto. La perdita dell’unità linguistica è l’equivalente d’ombra della catastrofe ambientale. Di quale nazione, in ltalia, si è realmente cittadini?
«Più demoliamo carceri più crescono» (Poemi del Gineceo, XX).


memoria, i suoi orfani e il fuhrer


Cara Rossini,
sono andato alla manifestazione antiproibizionista di Roma perché da sempre penso che la proibizione del consumo di cannabis ci trattenga molti passi indietro rispetto alle altre democrazie. Non sono un consumatore, se non in pochi episodi di gioventù, ma sono dell’idea che la libertà di ognuno è importante finché non lede quella degli altri. Mentre mi dirigevo all’appuntamento del corteo, ripensavo a chi, oltre a Voltaire, mi aveva addestrato a questi pensieri. E, sebbene io non sia mai stato radicale, mi veniva in mente soltanto Pannella, uomo difficile e politico imprevedibile, ma grande difensore delle libertà individuali e collettive. Speravo di incontrarlo in questa che sembrava una manifestazione dei suoi nipoti politici. E infatti l’ho incontrato, ma l’ho visto circondato da alcuni che lo contestavano, sordi al suo tentativo di spiegarsi. Non so bene se gli rimproverassero l’alleanza con Berlusconi di vent’anni fa o le iniziative più recenti,come quella di far firmare proprio a Berlusconi i referendum sulla giustizia, ma non capisco come si possa combattere una battaglia di libertà e progresso rifiutando di inserire nel dibattito chi quella battaglia la combatte da tutta una vita. Ho seguito il corteo con questi pensieri tristi, ne ho apprezzato il successo, ma penso che così qualsiasi vittoria sarà una vittoria dimezzata.                                                                                                                                                                Cesare Benedetti

   Questa lettera, scritta giustamente per difendere Pannella e la sua storia di combattente libertario, mette in evidenza uno dei problemi più seri dl questa Italia contemporanea: la smemoratezza. Sarà anche vero che ogni generazione deve ricominciare da capo, pena la sudditanza a idee consumate dai fatti, ma non fino al punto dl ignorare tutto di ciò che l’ha preceduta, raccogliendo soltanto Il rancore sordo verso chiunque abbia avuto un ruolo nel passato.
   Che la storia sia maestra di vita non è solo una frase fatta. Serve quantomeno a non rimanere inchiodati a questo presente malmostoso, indotto dalla crisi ma anche dall’ignoranza. Se mi si permette l’accostamento, non è un brivido superficiale quello che coglie lo spettatore a cui capita dl assistere a un quiz televisivo in cui viene posta la dornanda “In che anno Hitler divenne Cancelliere?” con la scelta tra quattro date. I concorrenti, tutti di media età e dì media Istruzione, hanno risposto nell’ordine: 1948,1984,1979. L’ultimo, neanche troppo convinto, ha concluso: “Sarà forse il 1933?”.
   Un nuovo Hitler può riaffacciarsi tranquillo: non sarà riconosciuto.


                                    Da “risponde Stefania Rossini” - L’Espresso, 20 febbraio 2014

martedì 18 febbraio 2014

carpe diem

Carpe diem! (....quam minimum credula postero, contando poco sul domani)
Principio filosofico che dobbiamo ad Orazio. Grande, se inteso come "vivi questo giorno con intensità, come se fosse l'unico" . E a dire il vero la vita era breve e tribolata anche nell'Impero di Roma. Dopo i secoli bui, Lorenzo de' Medici cantava ancora "...chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza". Come dargli torto? La durata di vita media durante il Rinascimento era di 25 anni!
   Ma osservando che oggi, con un'aspettativa di vita a 82 anni, immersi nel welfare state, il grande insegnamento di Orazio, ridotto a due sole parole, viene interpretato e vissuto alla lettera da tanta gente (evidentemente poco portata per la metafora), non mi resta che arrendermi all'entusiasmo con cui troppe persone impiegano i loro primi lustri di vita a rendere miserabili tutti gli altri.

mercoledì 5 febbraio 2014

rassegna stampa impopolare - una pulce nell'orecchio


marò, il filmato che manca - 05feb2014 http://www.ferdinandocamon.it/articolo_2014_02_05_MaroFilmato.htm

dalla pena di morte alla morte di pena - 07feb2014
http://www.corriere.it/inchieste/cosi-si-muore-celle-zero-italiane/94cd432c-8eb0-11e3-afb4-50ae7364e5b3.shtml

marò, innocentismo vs colpevolismo: ma il garantismo non infiamma le tifoserie - 10feb2014
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=16021

marò, Italia, India e realismo - 19feb2014
http://www.lastampa.it/2014/02/19/cultura/opinioni/editoriali/italia-e-india-la-tempesta-perfetta-TCiicqillXbNumxRX1hpHJ/pagina.html

amnistia e obbligatorietà dell'azione penale: la truffa - 01mar2014
http://rottamatoio.blogspot.it/2014/04/una-storia-italiana-la-banalita-del-male.html

lira contro euro: non c'è partita - 04apr2014
http://www.corriere.it/lettere-al-corriere/14_aprile_04/-IL-SOGNO-DEL-RITORNO-ALLA-LIRA-L-ALIBI-DI-CHI-NON-VUOLE-CAPIRE_448ffd26-bbbc-11e3-a4c0-ded3705759de.shtml

casta impunibile? - 18giu2014
http://notizie.radicali.it/articolo/2014-06-17/editoriale-direttore/giustiziaresponsabilit-civile-del-magistrato-strepiti-demag

decidere è antidemocratico? - 15giu2014
http://www.corriere.it/editoriali/14_giugno_15/ma-decidere-non-colpa-07c395f8-f454-11e3-8a74-87b3e3738f4b.shtml

immunità come garanzia di impunità o di libertà? - 25giu2014
http://www.europaquotidiano.it/2014/06/25/immunita-politici-e-cittadini-disuguaglianze-ingiuste/

facce di marmo - 28giu2014
http://ilgarantista.it/2014/06/27/parla-il-pm-diego-marmo-su-tortora-ho-sbagliato-chiedo-scusa-alla-famiglia/#comment-215

rassegna stampa in immersione - contro la superficialità etica e politica

 leaderismo: sud o nordamericano? - 27nov2013
 http://www.stradeonline.it/terza-pagina/208-sta-a-renzi-non-essere-una-creatura-di-berlusconi

magistratura torinese: autogol del sistema o quinta colonna? 08feb2014 http://www.lastampa.it/2014/02/09/blogs/arcitaliana/e-per-le-accuse-dei-pm-il-ms-quasi-esulta-ci-regaleranno-voti-8cH84aoTjh2TKB34Ye43zO/pagina.html

generalizzazione, che comodità! - 07feb2014
http://italians.corriere.it/2014/02/07/politica-i-tedeschi-e-gli-italiani/

conflitto d'interesse, diciamola tutta: - 14feb2014
http://www.corriere.it/lettere-al-corriere/14_febbraio_06/IL-CASO-MASTRAPASQUA-E-IL-CONFLITTO-D-INTERESSI_dcfe96be-8ef6-11e3-8c4a-c355fa4079e9.shtml

etica: nel suo nome ho lottato per tutta una vita contro l'ipocrisia dell'etichetta. ma mi ritrovo soltanto maleducazione - 23feb2014

http://www.lastampa.it/2014/02/23/italia/politica/lamaro-addio-della-bonino-per-i-mar-ho-fatto-il-possibile-2nK8ShdNGGUFHcW9Dn54bP/premium.html


amnistia e obbligatorietà dell'azione penale: la truffa - 01mar2014
http://www.radioradicale.it/scheda/404910?format=32

la droga più devastante: il proibizionismo - 26giu2014
http://www.europaquotidiano.it/2014/06/26/il-silenzio-del-governo-ma-e-ancora-emergenza/

ectoplasma europa: come si preparano le future tragedie - 29giu2014
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/29/europa-piccoli-uomini-contro-il-resto-del-mondo/1043861/

la trattativa stato-camorra - 01lug2014
http://ilgarantista.it/2014/06/30/enzo-tortora-usato-per-coprire-la-trattativa-fra-stato-e-camorra/