mercoledì 27 marzo 2013

buonsenso

"Il buonsenso c'era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune" - Alessandro Manzoni: La colonna infame.

mercoledì 6 marzo 2013

chemio

E' destino di un antisensocomunista quale io sono ritrovarsi sempre a dover difendere coloro che mi hanno combattuto da una vita o comunque lontani anni luce dalle mie convinzioni, solo perché, risultando perdenti sotto i colpi dei capricci sensocomunisti, vengono accusati di tutto e di più e perfino di quel poco di positivo che hanno fatto o per colpe che non hanno.
Mi spiego con l'ultimo esempio: Monti, che io considero un castigo divino per l'irresponsabile comportamento del popolo italiano che da almeno cinquant'anni si è cibato di tutta la sbobba materiale e spirituale della partitocrazia, ha ricevuto un anno di tempo per fermare non il declino, ma lo sprofondamento verso una situazione economica di non-ritorno. Facendo più presto che bene (anzi, spesso piuttosto male) delle riforme quasi esclusivamente sul piano finanziario con l'appoggio di quasi tutto il parlamento, e facendo poi l'errore masochistico di candidarsi alle elezioni, si è ritrovato accusato di tutto da tutti, compresi quelli che l'avevano appoggiato. E soprattutto dal 90% degli elettori.
Nulla di particolarmente strano. Ma tra le accuse più ingiuste, e ce ne sono tante, quella che a me dà più fastidio è quella secondo cui il fatto che l'economia reale continui a peggiorare è la dimostrazione che le sue riforme erano sbagliate. Ora io, che non accettando certezze ideologiche in politica figuriamoci se voglio averle in economia, mi chiedo quanta ignoranza oppure (ma per pochi) quanta malafede può far sostenere che il risanamento, oltretutto parziale, di una situazione finanziaria creata in decenni possa produrre i suoi effetti sulla situazione dell'economia reale in meno di un anno.
In questa campagna elettorale, dall'estrema destra all'estrema sinistra ho sentito poi ripetere in coro una metafora che trovo molto calzante: "se un dottore sottopone un malato a una cura drastica e questo gli dice che sta peggio di prima chi è da licenziare, il malato o il dottore?". Vedete cos'è il senso comune: i coristi politici e il 90% degli elettori crede che la risposta sia "il dottore, naturalmente", perché pensa che il malato abbia il raffreddore e si rifiuta di pensare che si tratti di altro.
E invece quel malato aveva un tumore, scoperto dopo anni d'incubazione, e che dopo una dolorosa operazione richiede anche mesi o anni di devastante chemioterapia durante la quale il malato, sconvolto, continuerà a urlare che stava meglio prima, quando non sapeva di averlo.