sabato 3 marzo 2012

commozione

3 marzo 2012
"Dobbiamo cambiare nome al partito: PDL è un acronimo che non commuove" (Silvio Berlusconi dopo un fiasco elettorale)
Che ne dite di "PI - Povera Italia"?

27 maggio 2012

   Gli italiani, quando credono di occuparsi di politica, si commuovono (e molto) per due soli argomenti, nell'ordine: il denaro e il sesso. Se non è presente, in una notizia politica, almeno uno dei due elementi, essa diventa per loro una non-notizia; nessuno si commuove o si indigna; nei media viene perciò catalogata come evento "non notiziabile", che significa solo che non fa audience; solo il blog di qualche illuminista molto retrò (di quelli che pensano ancora che il pettegolezzo è un'usanza provinciale del passato) ne fa timido cenno per cui non ci sarà nessuna manifestazione di indignados in nessuna piazza.
   Può accadere così che un Cavaliere, assurto alla massima carica esecutiva dello stato con la sobria promessa di una rivoluzione liberale, pur calando le braghe dopo solo pochi mesi su consiglio del suo ministro del lavoro Mastella (riforma delle pensioni: quella che oggi paghiamo con interessi da strozzinaggio), e dando così prova di essere uno la cui parola non vale niente, riesca tuttavia a restare il partitico più amato dagli italiani per altri 17 anni. Fino a quando non fece vera notizia notiziabile facendo bungabunga. Un ciarlatano si perdona, un erotomane che si fa scoprire no: Ruby più potente della mancanza alla parola data.
   Può accadere anche che un Governatore, eletto nella più importante regione italiana su una lista dichiarata falsa in un regolare processo, riesca a governare indisturbato per vari anni nell'indifferenza dei partiti e, peggio, degli elettori, di maggioranza e di opposizione; e naturalmente dei mass media. Fino a quando si scopre che un imprenditore gli regalava l'uso di yacht, alberghi, ville, ristoranti e jet privato. A questo punto giornali e TV dell'opposizione possono scatenarsi senza essere presi per marziani, e gli italiani possono dignitosamente indignarsi.
   Io mi limito ad osservare, da cultore della psicologia di massa, come esperienze di secoli non siano riuscite a modificare il senso comune secondo cui i reati (o perfino i peccati) pecuniari o sessuali sono più gravi della disonestà intellettuale, infinitamente più diffusa e pericolosa. E premonitrice.
   La chiesa cattolica, che diversamente da quelle protestanti considera la menzogna un peccato veniale (così almeno mi insegnarono al catechismo in parrocchia, dove si costruisce il cattolicesimo reale), ha qualcosa da rimproverarsi o è troppo impegnata in questioni di banchieri e maggiordomi?