martedì 3 gennaio 2012

c'era una volta.....e pure adesso

C'era una volta una famigliola di uccellini che aveva trovato un modo geniale per sconfiggere la fame senza rischiare di finire in pasto al minaccioso falco che volteggiava sulla loro valle. Il capofamiglia aveva istruito così la sua compagna e i suoi sei figli: "Per non farsi ghermire dal falco dobbiamo razzolare nell'erba restando sotto la pancia di una mucca al pascolo, così lui non ci vedrà". Il sistema funzionava a meraviglia: al riparo di quella enorme mole protettiva, i piccoli saltellavano felici ingozzandosi di insetti e vermetti lasciati scoperti dal brucare della mucca, una vera cuccagna.

Ma un brutto giorno uno dei piccoli, proprio il più vivace e vorace, appesantito dalla digestione, si attardò un po' troppo rispetto all'avanzare della mucca e, mezzo insonnolito, fu investito e sommerso da un gigantesco escremento della mucca. Sentendosi soffocare il tapino spinse con tutte le sue forze ma riuscì appena a far emergere la testa da quell'ammasso disgustoso, mentre la mucca indifferente si allontanava di un altro passo. Tutti gli altri uccellini fuggirono spaventati nel bosco, tranne il padre che tentò di tirar fuori il suo piccolo roteando le ali come un elicottero e tirandolo per la testa verso l'alto, ma quello, più per il dolore al collo che per lo spavento, cominciò a strillare: "cìììììp, cììììììp, cììììììììp!". Fu un attimo: attirato da quelle grida, il falco si tuffò a missile sulla preda, l'uccellino padre fece appena in  tempo a schizzare via, e l'insofferente figlioletto finì nel gozzo del rapace.
Purtroppo questa favola non ha un lieto fine, proprio come la vita reale. Però, come tutti gli errori, ha una morale, cioè qualcosa da insegnare ai sopravvissuti (se capaci di apprendimento) per la loro ancora lunga vita. e la morale è:
"Ma ssì te ritrovi ne la merda fino ar collo, che te canti? che te strilli? Ma statte zzitto, arméno nun fai scappa' chi prova a sarvatte!" (Se sei nella merda fino al collo non cantare, non strillare. Taci, e lascia lavorare chi tenta di salvarti!).

Dedica: All'amato popolo italiano, che non mediterà né apprenderà, come al solito.
Per conoscenza: a Mario Monti, chiamato a inventarsi una ripresa economica senza un soldo da spendere. Auguri, che faccia più presto che bene, non lo invidio.
Per riconoscenza: al grande Nino Manfredi, a cui devo la base della fiaba qui elaborata.

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