venerdì 29 giugno 2012

fantascienza e nostalgia


   Avevo vent'anni, un bambino nascosto da anni in una corazza più pesante di una palla al piede, una paura folle di uscirne e una voglia folle di vivere e di conoscere. Lui non sapevo chi fosse: mi capitò in mano un pezzo di carta a stampa, gli occhi avidi selezionarono un paio di righe: "Il viaggio del futuro non sarà fuori del sistema solare ma dentro il sistema uomo" - Clifford Odets. Il suo presidente si chiamava J.F.Kennedy. Scrissi quella frase su un mio diario.
   Certo non fu Odets a tarpare le mie ali per la fantascienza; da tempo la mia breve e dura infanzia me l'aveva etichettata come fantasia da ricchi. Ma impresse spinta e coraggio a quella brama di conoscenza che è stata, a ben vedere, la molla della mia vita.
   Oggi, bambino senza corazza ormai ricco di conoscenza, so perfino che Clifford Odets fu drammaturgo, sceneggiatore e regista, e che il Kubrick di 2001 doveva conoscerlo bene. Anche grazie a lui, in questo atterraggio morbido che è il crepuscolo del mio lungo viaggio ai confini di quest'universo che io sono, comodamente adagiato su quel socratico "so di non sapere" che grazie alla conoscenza non temo più (almeno di molte falsità ne ho certezza), posso permettermi un attimo di quell'altra fantasia da ricchi che chiamano nostalgia: per quel mio diario di ventenne, perduto chissà dove nella mia odissea nello spazio e nel tempo.

Nessun commento:

Posta un commento